La storia dell’apicoltura è lunga e tortuosa. Le api popolano il pianeta terra da oltre 100 milioni di anni. La presenza dell’uomo risale invece a circa 2,5 milioni di anni fa e l’Homo sapiens (il cosiddetto ‘uomo moderno’) risale a soli 200 mila anni fa. Per alcuni scienziati, la scoperta delle api fu tanto rivoluzionaria quanto la scoperta del fuoco. Le prime testimonianze della relazione che lega api e esseri umani risalgono a 8000 a.C. e sono delle pitture rupestri presenti nella Cueva della Arana, in Spagna, dove possiamo vedere figure femminili che raccolgono miele da tronchi di alberi.
L’apicoltura vera e propria, ossia l’allevamento e la cura degli insetti, ha origini molto antiche che risalgono circa al 3500 a.C. quando Babilonesi ed Egizi iniziarono ad occuparsi di api. Questi insetti impollinatori erano ritenuti un segno divino e furono anche il simbolo del regno egizio. Il miele era usato nella cosmesi, per imbalsamare i cadaveri, a scopo curativo, e come dolcificante. La mitologia greca considera il miele ‘il nettare degli Dei’.
Le prove della nascita e sviluppo dell’apicoltura nei tempi antichi si trovano sia in pitture rupestri, sia negli scritti sacri sumeri, babilonesi ed egizi. Questa professione ha sempre rivestito un ruolo importante dato che il miele veniva usato come nutrimento, mentre la cera era destinata a molteplici usi. Le api compaiono anche in numerosi trattati greci e latini, nelle opere di Aristotele e negli scritti ‘Le Georgiche’ di Virgilio. Dal medioevo in poi si occuparono delle api in particolare gli ordini monastici, fino a metà ‘800, quando il prelato Lorenzo Langstroth crea il favo mobile, dando vita all’apicoltura moderna, come la conosciamo oggi.
Man mano che l’apicoltura progrediva anche le arnie dovevano stare al passo con i tempi: le prime arnie nascono in tronchi cavi dove le api nidificavano. Particolare importanza hanno poi rivestito le ceste in vimini o paglia che venivano ricoperte di creta per essere rese impermeabili. Questo tipo di arnia veniva chiamata Bugno Villico. Rimase l’arnia più usata fino al 1851 quando il prelato Lorenzo Langstroth rivoluzionò l’apicoltura con l’arnia a favi mobili. Questo è il tipo più usato oggi. Tuttavia le cassette per le api sono in una continua evoluzione di forme e colori.
“Il mondo è bello perchè è vario”. Questo detto popolare non si limita a descrivere la presenza di idee diverse nel mondo, ma si presta anche a evidenziare come nel mondo siano presenti oltre 20.000 specie diverse di api e si siano sviluppate diverse tecniche di apicoltura. Ad esempio, nello Yemen si usano delle piccole arnie, in Africa si pongono dei favi sugli alberi e in Nepal si raccoglie il prezioso miele allucinogeno direttamente da alti anfratti nella roccia, in un’avventura rischiosa.
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