Le api vengono rappresentate nell’arte dall’ 8000 a.C. con le prime pitture rupestri. Si trovano dei riferimenti anche in numerosi documenti storici come geroglifici o gioielli cretesi. Le api sono sempre state molto importanti per le diverse culture ed è possibile notarlo per le loro numerose rappresentazioni all’interno dell’arte. Nella storia dell’arte le api sono simbolo di perfezione e di una popolazione laboriosa: basti pensare al piedistallo della statua equestre di Ferdinando I De’ Medici, opera del Gianbologna, in cui sono rappresentate le famose ‘api che non si contano’ che rappresentano i fiorentini come popolo laborioso.
Le api vengono ritratte numerose volte: la prima raffigurazione si trova nelle pitture rupestri della Cueva de la Arana, in Spagna. Nel Rinascimento molti sono gli autori che rappresentano l’ape come simbolo divino, tipo nelle opere di Durer. Dopo il Seicento la rappresentazione dell’insetto sembra sparire dai dipinti, ma ritorna in tempi recenti dove l’ape diventa simbolo di biodiversità. Nei murales di Manchester Save the Bees, Louis Masai Michael racconta le api quali simbolo di comunità e laboriosità. In altri progetti artistici contemporanei, autori come Judi Harvest e Aganetha Dick, cercano di sensibilizzare il pubblico rispetto l’estinzione degli insetti impollinatori.
Le api sono di per sé delle abili scultrici: basti pensare a come ogni giorno producono e plasmano cera, per dar vita alle cellette esagonali del loro alveare. Numerosi artisti, tra cui Tomàas Libertiny, usano proprio questa peculiarità dell’insetto, facendo produrre loro delle vere e proprie opere d’arte. Nella storia della scultura le api sono state rappresentate in diversi stemmi nobiliari, fra cui quello della famiglia Barberini di Roma. Tra gli autori contemporanei vanno citate le opere della scultrice coreana Anicka Yi, che attinge ad elementi biologici e deperibili come fiori, spore, favi. Le forme costruite dalle api ispirano numerosi altri artisti, tra cui Ren Ri, giovane apicoltore cinese che crea capolavori grazie alle api e alla loro cera.
La forma perfetta delle celle create al minimo dettaglio dalle api non ispira solo l’arte, ma entra anche nell’architettura: i piccoli esagoni delle api vengono ripresi all’interno di diverse opere architettoniche. Agli inizi del ‘900, Antoni Gaudì inizia a costruire Parco Güell, una città-giardino immensa, ricca di simbologie e riferimenti alla natura. Tra questi il più importante è la scalinata con mattonelle esagonali, che assomigliano alle celle di un favo di api. Più di recente, Wolfgang Buttress si è ispirato proprio ad un alveare per creare The Hive, opera del padiglione inglese vincitrice a Expo 2015. L’architettura creata dall’insetto, oltre ad ispirare la struttura di numerosi edifici, è stata utilizzata anche in diversi progetti di ingegneria: gli esagoni sembrano essere la forma migliore per sorreggere ampie strutture.
Per quanto riguarda il design c’è un impegno continuo che riguarda la salvaguardia delle api dando loro la migliore abitazione possibile: sono numerosi i progetti che riguardano il design dell’arnia. Punto cardine del compito dei designer è l’apicoltura urbana e la collocazione delle famiglie di api all’interno della città, in un’ottica di promozione della biodiversità e dell’eco-design. Inserite all’interno di parchi e giardini pubblici, le arnie creative hanno lo scopo di fungere da ‘sculture urbane’, sensibilizzando così i cittadini nei confronti del meraviglioso mondo delle api. La realizzazione di queste arnie innovative, sposta il problema del contatto diretto con le api. Attraverso la creazione di prototipi e arnie didattiche con pareti trasparenti, si permette la vista della famiglia di api, senza l’uso di tute protettive.
Alveari Urbani opera dal 2014 a Milano con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulla biodiversità e sul mondo degli impollinatori.
Copyright 2022 | Alveari Urbani
Privacy Policy